La manutenzione dei sensi

La manutenzione dei sensi

Ogni tanto, quando hai deciso di metterti a interpretare libri, capita di dover fare pure questo. Capita di doverti cimentare con il manoscritto di un amico. Lo fai non perché è un bel romanzo che ha riscosso numerosi apprezzamenti da parte di lettori di ogni genere ed età. Non perché affronta con educazione temi difficili come la perdita di una persona cara e la diversità. Neppure perché si legge con costante piacere dall’inizio alla fine. Lo fai per far contento l’amico che se no ci resta male e, magari, non ti invita neanche più a cena.

E sì perché io e Vittorio Franco Faggiani lo conosciamo, ma non come si può conoscere Franz Kafka o William Shakespeare – chi non li conosce? Noi Franco lo conosciamo per davvero. Gli abbiamo stretto la mano, abbiamo brindato al successo del suo libro e avuto il piacere di sentirlo raccontare come è nata questa storia piena di sentimento e speranza. Un romanzo a lieto fine, in cui il finale però non è scontato.

Il libro racconta di Leo, un giornalista a piede libero, e di Martino, un ragazzino con la sindrome di Asperger. Sono entrambi soli e forse soli vorrebbero rimanere. Ma c’è Nina, figlia naturale di Leo, che insiste nel convincere il padre a prendere Martino in affido. Avete presente quando vostro figlio ripetutamente vi chiede di prendere il cane che tanto desidera, facendo solenne giuramento che sarà lui a occuparsene, e poi vi ritrovate il 20 di dicembre, alle undici di sera, con quattro centimetri di neve, a portare a spasso il cucciolo? È quello che succede in questa strana famiglia dove Nina, raggiunto il suo obiettivo, emigra in America per seguire i suoi studi mollando i due a farsi la guardia a vicenda. Leo e Martino, sullo scenario di un’accogliente montagna piemontese, si scrutano, si annusano, si studiano reciprocamente arrivando a costruire una relazione la cui solidità andrà ben oltre i legami istituzionali.

“La manutenzione dei sensi” di Franco Faggiani
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