Sindrome di Asperger
Parlare di medicina soprattutto se in materia sei una capra – e in questo caso non è solo un modo di dire -, non è facile. In questo periodo s’è fatto un gran parlare della sindrome di Asperger che fino all’altro ieri molti neppure sapevano cosa fosse. Noi ci siamo informati quando abbiamo letto “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” e “La manutenzione dei sensi“.
La sindrome di Asperger è un disturbo pervasivo dello sviluppo simile all’autismo, ma che a differenza di questo non presenta compromissione dell’intelligenza, della comprensione e dell’autonomia. Insomma, gli individui portatori di questa sindrome sanno ben distinguere una banana da una Ferrari e parlano in modo chiaro – finanche comprensibile – senza troppi giri di parole. Possono apparire un po’ strani perché hanno schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati e interessi molto ristretti a tal punto che sembrano talvolta un po’ fissati, non amano stare in spazi chiusi con troppe persone e odiano essere tocchicciati come se fossero palline antistress. Ma nulla di preoccupante o comunque nulla che possa nuocere al bel mondo che certe altre persone hanno costruito intorno a sé.
Purtroppo e per fortuna non è «la malattia del secolo». Purtroppo perché, come sempre accade per le malattie o i disturbi rari, la ricerca nel campo è più lenta (pensate che la sindrome di Asperger è stata inserita nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali dell’American Psychiatric Association solo nel 1994! Praticamente ieri l’altro). Per fortuna perché è pur sempre una sindrome che in qualche modo condiziona la vita di chi ne è portatore e delle loro famiglie, perché si accompagna a stati di ansia, ipersensibilità e depressione.
No Comments