Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
The power of love, cantava Huey Lewis con il suo gruppo nel 1984 e chissà se Luis Sepùlveda si sia ispirato anche a questa canzone per scrivere il suo libro più letto.
Il testo è un pullulare di buoni sentimenti: animali di specie diverse che si sostengono vicendevolmente, adulti che crescono cuccioli sani sui quali non proiettano aspettative per i propri desideri non realizzati, conflitti che vengono gestiti con pacifiche negoziazioni…
Dal titolo può sembrare un’opera per bambini e, in effetti, è anche questo. Gli elementi caratteristici della favola ci sono tutti: un racconto fantastico (quando mai accadrà che un gatto possa insegnare a una gabbianella a volare?), semplice e lineare (si legge nel tempo di una corsa in treno da Milano a Napoli), i cui protagonisti sono animali che pensano e parlano e incarnano i difetti e le virtù degli uomini. E sul finale arriva pure la morale.
Ma la storia ha riscosso molto successo anche tra gli adulti – non solo tra quelli che lo hanno comprato e letto ai propri figli! -, perché è un concentrato di spunti di riflessione, lasciati tra le pagine per chi voglia coglierli. C’è il tema, caro all’autore, della natura che soccombe alle leggi dell’uomo che troppo poco se ne cura. C’è il tema della lealtà e c’è, quel che lo rende a più di vent’anni dalla sua pubblicazione un testo ancora attualissimo, il tema della diversità: un uccello nasce in una comunità di gatti, che potrebbero trasformalo in quattro e quattr’otto in una succulenta cena, e invece proprio da loro viene accudito e protetto… Uhm, non sarà mica davvero solo una favola?
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