Fight club
Chuck Palahniuk esordisce nel mondo della letteratura con Fight Club, un romanzo che ridotto all’osso parla di scontri e combattimenti. Non preoccupatevi, però: non è l’ennesimo libro sulle GUERRE PUNICHE. È più… il resoconto di un esperimento su come liberarsi della noia e delle tensioni della vita quotidiana.
In osservanza ai consigli di illustri dottoroni, che propongono di fare uno sport per distrarsi e distendere i nervi, Palahniuk sceglie per il suo protagonista il pugilato. Forse sarebbe stato più indicato lo yoga o l’hiking, discipline più rilassanti e tranquille. Ma ai tempi (quando Palahniuk ha scritto il libro uscito nel 1996), di hiking neppure si parlava e lo yoga era una pratica per i fricchettoni in viaggio a Goa.
Il protagonista di questo romanzo è dunque un uomo qualunque, con un lavoro normale e una routine rassicurante, ma piena di menzogne, che gli tolgono il sonno e lo fanno sentire un eterno insoddisfatto. A salvarlo da questo stato di perenne frustrazione sarà un tale Tyler Durden.
Tyler è l’esatto opposto del protagonista. Incarna tutto quello che lui vorrebbe essere: un uomo affascinante, determinato e sicuro di sé. Sarà lui a iniziarlo all’attività sportiva. Insieme fonderanno un circolo, dove uomini stufi dalla vita si daranno appuntamento per sfogare a colpi di pugni e cazzotti la propria noia.
Ma lo sapete come vanno queste cose: è un attimo che da una partitella a carte si passa alle maniere forti per risolvere una giocata male e qui, più o meno, accadrà lo stesso. Quando però il protagonista si renderà conto che la cosa ha preso tutta un’altra piega, be’ non ci sarà ferro da stiro in grado di raddrizzarla! Non ci sarà via di scampo. L’epilogo è già scritto ed è disastroso, ma imprevisto.
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