Cronaca di una morte annunciata

Cronaca di una morte annunciata

Se non avete mai letto Gabriel García Márquez, non fatelo o se lo fate sappiate che correte il rischio di innamorarvene. La sua scrittura chiara come solo l’acqua alla sorgente può esserlo non ha paragoni. Come UNA BELLA DONNA CHE NON HA BISOGNO DI AGGHINDARSI PER ESSERE TALE, il racconto di Marquez è semplice, pulito, senza digressioni che fanno perdere al lettore il filo del discorso costringendolo a ritornare continuamente indietro.

Quel che vi terrà incollati alle pagine di questo romanzo non sarà la suspense per l’epilogo. Il come andrà a finire è già noto. Che il protagonista, Santiago Nasar, morirà, è annunciato nel titolo.

Ma Santiago non muore per cause naturali né per un incidente né vittima di una catastrofe ambientale né tantomeno per un boccone andato di traverso o per chissà quale altro accidente casuale. Santiago viene ucciso. Viene ucciso dai gemelli Pedro e Paolo Vicario, il giorno successivo le nozze della loro sorella Ángela con il facoltoso Bayardo San Román. E viene ammazzato proprio per vendicare l’onore della sorella, ripudiata dal marito la notte stessa delle nozze, perché aveva già perso la verginità con un altro uomo.

Una cosa che oggi non farebbe inorridire nessuno. Ma ai tempi, evidentemente la verginità era una cosa seria. Serissima. Tant’è che appunto i fratelli Vicario, sentono di dover punire con la morte Santiago accusato dell’oltraggioso fatto.

Ma prima che ciò accada, con l’espediente di un narratore/investigatore, che a distanza di anni torna in città e attraverso le testimonianze dei sopravvissuti cerca di risalire alla dinamica del delitto, Marquez ricostruisce gli avvenimenti che precedono e seguono la morte di Santiago, coltivando con esatta misura nel dosare le parole quella curiosità che nel lettore lo spinge a girare la pagina e a portare lo sguardo in alto a sinistra.

D’altra parte il Nobel, non si guadagna con i punti fragola!

“Cronaca di una morte annunciata” di Gabriel García Márquez
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